1-
Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere
2-
Dialogo della Natura e di un Islandese
3- Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez
4- Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare
5- Dialogo di Federico Ruysch e delle sue Mummie
«Questo
è il sentimento
che riempie di sé
tutta l'opera leopardiana: la desolata nostalgia d'una felicità
sconosciuta ed assurda, la disperata aspirazione verso un mondo
migliore. Nelle più riuscite fra le "Operette", come nei
"Canti", la poesia non nasce dalla brutta realtà ma dal
vano bisogno di superarla... Così nelle "Operette" come nei
"Canti" questa realtà grigia si disegna sul fondo luminoso
di un ideale: e l'impressione dominante è quella di una delusione non
rassegnata».
Attilio Momigliano
...
Claudio Carini – inaugurando nel 2004 l’attività di Recitar
Leggendo, la sua casa editrice di audiolibri – guardò subito con
particolare attenzione al Leopardi delle Operette Morali e dei Canti.
E fece bene, perché la prosa delle Operette Morali – “gravitante
[…] intorno a pochi perni, costituiti da espressioni cariche di
sensi simbolici, che riconducono ai centri della meditazione veramente
filosofica: la felicità, la morte, il destino, il nulla” (Cesare
Galimberti) – ben si addice alla sua tempra di interprete nobile e
austero; e il suo eloquio, sempre misuratissimo e mai sopra le righe,
si sforza di aderire con costanza ai diversi registri espressivi che
si possono cogliere in questi scritti, in cui non mancano neppure
autentiche trovate che sarebbero ancora più intriganti se lo stesso
Leopardi – e le sue correzioni da una stesura all’altra ne fanno
fede – non si fosse imposto un freno per paura di troppo realismo o
di eccessiva ironia.
Roberto Ghedini - GliStatiGenerali - 14/02/2015
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